La nostra chiesa
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"Si narra che il giorno 12 settembre 1602 nel pomeriggio il reverendissimo signore Giovanni Fontana, vescovo di Ferrara, visitò la chiesa parrocchiale di Vigarano Mainarda, la cui costruzione era stata iniziata nell'anno 1599. La prima pietra fu posta dal medesimo reverendissimo signore, avendo egli constatato le difficoltà degli abitanti di questa zona di recarsi alla chiesa parrocchiale al di là del Po, e di ricevere i sacramenti; si era poi prodigato con tutte le sue energie affinché questa chiesa fosse costruita, definí i confini della parrocchia e le assegnò una parte della dotazione toltadalla chiesa madre di Vigarano; sorvegliando inoltre anche le maestranze perché la costruzione fosse portata a termine il piú presto possibile.
Nel 1602 la chiesa era ancora in costruzione, quando il vescovo assegnò un termine per finirla, per staccarla dalla matrice di Vigarano Pieve ed erigerla in parrocchia con una propria dotazione. Nel 1626 il Cardinale Leni, in visita pastorale, trova tutto in regola, eppure sono stati anni difficili, pochè il Reno, tagliato proprio a Vigarano Mainarda e introdotto nella Sammartina estense nel 1604, aveva presto demolito ogni difesa ed alluvionato il territorio della sua destra fino al confine bolognese.
Si avviò allora una immigrazione di nuovi profughi, che durò per tutto il sec. XVII, con la scomparsa della parrocchia dello Spirito Santo di Torre del Fondo, inglobata definitivamente in questa di Vigarano Mainarda, e , seppure in via provvisoria, di quella dei SS. Filippo e Giacomo di Porotto, cui non era rimasto terreno emerso neppure per seppellire i morti, portati anch'essi a Vigarano Mainarda.
Nel sec. XVIII, con l'allontanamento del Reno e con il riassetto degli scoli, Vigarano Mainarda da luogo di paludi, boschi e pascoli si fa centro di produzione agricola, con miglioramento delle condizioni sociali ed economiche e della edilizia privata.
Nel 1779 arriva ad avere 2216 abitanti, contro i 623 di Vigarano Pieve, ma ora vi si differenzia un ceto sociale di possidenti con dimora stabile nel luogo.
Anche la chiesa ne beneficia, perchè può contare su più consistenti aiuti. Viene via via ingrandita, alzata, restaurata, dotata di un campanile nuovo, di un organo con sedici registri e cantoria: il tutto sempre con il ricavato di elemosine raccolte dal popolo, cui non viene meno l'attaccamento alla sua chiesa."
(riferimento al libro "Una comunità parrocchiale memorie anonime", a cura di don Gianni Marozzi, ed. Cartografica Artigiana di Ferrara, ottobre 1999)
LAVORI DI RICOSTRUZIONE
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DOPO IL SISMA DEL 20 MAGGIO 2012